Superbonus, in arrivo le modifiche: la parola di Ance

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Sono circa 300 gli emendamenti al Dl Superbonus depositati in commissione Finanze alla Camera. Lo ha annunciato il relatore al provvedimento, Andrea De Bertoldi (FdI), dicendosi soddisfatto per il numero contenuto di proposte di modifica complessivamente presentate. Un dato, fa rilevare, che rivela l’accoglimento da parte delle opposizioni al suo invito a dialogo sulle modifiche da apportare al testo e che non fa scattare il ricorso ai cosiddetti ’segnalati’.

Da Fdi emendamento sui crediti 2022 bloccati

Proprio da FdI, ha aggiunto, arriva l’emendamento che dovrebbe sbloccare le richieste di cessione del credito relative a lavori realizzati nel 2022 inviate alle banche ma che, in assenza di risposta da parte degli istituti di credito, rischiano di non essere arrivare all’Agenzia delle entrate entro il termine del 31 marzo. Una proposta di modifica che, ha chiarito, se necessario potrà essere fatta propria dal relatore con l’avallo dell’Esecutivo.

Sconto in fattura valido per ex Iacp, Onlus e sismabonus

Nel corso di una riunione tenuta questa mattina al ministero dell’Economia, ha inoltre riferito De Bertoldi, si è fatto il punto sulle operazioni di cessione del credito e sconto in fatture che dovrebbero “sopravvivere”. Risultano pertanto confermate quelle relative a immobili ex Iacp, Onlus, Sismabonus e, per quanto riguarda i lavori eseguiti prima del varo del Dl, quelli relativi alla cosiddetta edilizia libera (caldaie o infissi, tra gli altri)

In standby la soluzione dell’F24

Si lavora inoltre, si apprende, ai cantieri in atto per le residenze unifamiliari. Mentre resta ancora in ’stand by’, in attesa di ulteriori riflessioni da parte della Ragioneria generale dello Stato, la soluzione ’F24’ sollecitata dal sistema bancario e delle imprese. La Commissione procederà al voto degli emendamenti tra il 20 e il 24 marzo mentre la discussione generale sul provvedimento da parte dell’Assemblea di Montecitorio è attesa dal 27.

Il filone dell’edilizia libera

C’è anche tutto il filone legato all’edilizia libera: chi ha pagato acconti, ad esempio su caldaie e infissi, entro i termini ma non ha iniziato i lavori prima dell’arrivo del decreto cessioni. Per questi cittadini ci dovrebbe essere la possibilità di provare, con data certa, i pagamenti o la firma di un contratto, restando comunque nel vecchio regime.

Il nodo degli incapienti

Resta, infine, aperto il problema degli incapienti, i contribuenti che non possono beneficiare delle detrazioni, in assenza di cessioni e sconti, non avendo imposte da pagare.

Ance: c’è spazio per liquidazione immediata crediti

«Occorre risolvere il dramma legato ai crediti incagliati, che sta colpendo numerose famiglie e imprese: c’è spazio per una liquidazione immediata». Così la vicepresidente di Ance, Vanessa Pesenti, in audizione presso la commissione Finanze del Senato, spiegando che «l’Istat ha rivisto le stime sugli effetti dei bonus sui conti delle amministrazioni pubbliche per il triennio 2019-2021, alla luce delle indicazioni di Eurostat. La riclassificazione dei bonus, da ’non pagabili’ a ’pagabili’, ha determinato un peggioramento del deficit imputabile agli anni scorsi, dal 2020 al 2022, ma ha migliorato il deficit degli anni futuri. I dati Istat hanno chiarito che i crediti derivanti dai bonus edilizi sono già stati contabilizzati nel bilancio dello Stato e, quindi, c’è spazio per una liquidazione immediata dei crediti incagliati in capo a famiglie e imprese».

«32mila imprese a rischio fallimento»

«Considerando uno stock di crediti fiscali incagliati in capo alle imprese di 19 miliardi di euro gli effetti macroeconomici potrebbero essere estremamente preoccupanti: 32.000 imprese fallite e 170.000 disoccupati in più nel settore delle costruzioni, che raddoppiano se si considera l’indotto» ha aggiunto Pesenti, sottolineando che «una simile situazione provocherebbe problemi su circa 115.000 cantieri, che si tradurrebbero in altrettanti nuclei familiari in crisi». «Si stima – ha spiegato – che 1 miliardo di crediti incagliati produce il blocco di circa 6.000 interventi, tra unifamiliari e condomini, con rischio di fallimento di almeno 1.700 imprese di costruzioni e la perdita di circa 9.000 occupati».

La soluzione degli F24

«Appare quindi indispensabile introdurre soluzioni certe e di immediata attuazione per lo sblocco totale dei crediti pregressi. La soluzione principale e più efficace è utilizzare gli F24 a compensazione dei crediti maturati. Si tratta di una misura di carattere straordinario, limitata nel tempo e nella quantità, volta a evitare la crisi di numerose imprese», ha sottolineato l’Ance.

Fonte: ilsole24ore.com

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